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Venosa

Venosa è sita nel nord della Basilicata su un altopiano compreso tra due valli ed è circondata da una rigogliosa vegetazione e da numerose alture. Dista da San Fele circa 45 Km.

Cenni Storici

Incerta è l’etimologia del nome di Venusia: l'ipotesi che raccoglie maggior credito è quella che ritiene la città fondata in onore della dea dell’amore, Venere (Venus, dal Latino). 
Fu fondata probabilmente dai Pelasgi, il popolo preellenico rappresentante della civiltà micenea. l primi contatti più o meno diretti fra Venusia e i Romani risalgono alla guerra fra Roma e i Sanniti. Nel 291 a. C. Venosa divenne colonia romana. In questa occasione i vinti, anche se conservarono le loro antiche prerogative (magistrati supremi, senato, leggi, moneta ed esercito) non riuscirono però a conservare la lingua, perché, il latino soppiantò l'Osco dei Sabini scacciati. Nel 209 a. C. Roma mandò a Venosa un’altra colonia.

Nel 65 a. C., Venosa dette i natali al letterato Quinto Orazio Flacco, che, fino all’età di undici anni, crebbe in Venosa e che, per continuare gli studi, rinunciando il padre al posto di esattore delle imposte, si trasferì a Roma.

Ma importanza fondamentale ebbe per Venosa l’arrivo dei Normanni nell’XI secolo, grazie ai quali Venosa tornò a fiorire. A capo dei Normanni, c’erano tre fratelli: Guglielmo, Drogone e Umfredo, figli di Tancredi d’AItavilla (e tutti e tre furono in seguito sepolti, assieme a Roberto il Guiscardo e la moglie Aberada, nella chiesa della SS. Trinità, allora una delle più grandi abbazie del sud). Ai Normanni successero gli Svevi, gli Angioini, gli Aragonesi e infine i Borboni. Prima i Caracciolo, poi gli Orsini e i Gesualdo, resero Venosa "feudo". Fu proprio Luigi IV Gesualdo che, dopo averla acquistata e dopo aver ricevuto, vent’anni dopo, nel 1661, il titolo di principe, innalzò Venosa alla "dignitas" di Principato.

Nel milleottocento fu protagonista di altri episodi storici, Infatti al movimento liberale che va dal 1821 al 1870 diedero il loro contributo anche i cittadini di Venosa. Nella prima e seconda guerra mondiale Venosa ha sacrificato molti dei suoi cittadini, caduti per la patria. Dal 4 aprile 1967, per decreto del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, Venosa si fregia del titolo di Città.

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